Antonio_SILVER

Commenti di Antonio_SILVER:

  • Inserito il 15-01-2019 per il libro Sulle ali del falco

    E' l'avventura, a lieto fine, di un ragazzino di 11 anni con un problema involontario: è "malato di epilessia" Le sue "crisi" lo tormentano ogni volta che si emoziona: sia in famiglia che a scuola. La Provvidenza fa incontrare al Cristian alcuni personaggi che gli cambiano la vita: l'Amicizia di una ragazza: Ginny, il veterinario Bruno che aggiusta e alleva uccelli rapaci... un mondo affascinante ed intrigante che interessa e "rapisce" Cristian fino a dimenticare il suo personale "problema" L'autore descrive tutto nei minimi particolari, ne è gradevole la lettura... come cominci.. non ti molla. Io l'ho mangiato senza far pause...(!) Bello e coinvolgente, dedicato ad un targhet giovane a caccia di sane emozioni. A pagina 50: la descrizione della mattina al lago… un quadretto ad acquerello in cui il lettore si trova all’interno della scena: mi ricorda il lago d’Ampola La pagina 58 ci propone la scoperta della femmina di falco Niume, che sta covando: un momento magico… seguito, a pagina 87, dalla nascita di 3 “pulli” cuccioli di falco: un maschio e due femmine. Bruno regala un pullo al ragazzo e Cristian ne diventa il “padrino”… che emozione e responsabilità! Deve dare il nome al suo pullo chiamandolo Zeffiro, come il vento. Qui, l’autore ci ammaglia con capitoli coinvolgenti che fanno dimenticare la magagna che affligge il Protagonista: una sana terapia costruttiva e riparatrice. Il ritorno del padre e di nuovo a scuola… Cristian guarisce. Poi, il finale non poteva essere migliore. Zeffiro, che in un temporale s’era perso, ritorna e ritrova il suo “padrino” nel cortile della scuola… si posa sul suo braccio… i compagni increduli, invidiosi e sconfitti… lacrime calde… Considero questo libro (di sole 183 pagine) una sana lettura, di buon linguaggio italiano che sa arricchire il lettore di dialettica e fantasia. Raccomandato non solo ai giovani.

  • Inserito il 15-01-2019 per il libro Più veloce del vento

    Sono arrivato a metà del mio "compito": ho appena finito di mangiare il terzo libro. Me lo sono letteralmente "gustato" con soddisfazione. Scritto in un perfetto linguaggio, chiaro e "corretto" che è un piacere ad ogni pagina... Tratta di un "riscatto umano", di una Donna che, all'inizio del '900 non ha rinunciato ai suoi sogni. Alfonsina Morini, nata il 16 marzo 1891 a Fossamarcia nel Bolognese da famiglia di mezzadri. La sua infanzia, in questo libro, l'autore la dipinge come un quadro "Caravaggesco", la sua vita mi conduce al famoso cinema di Ermanno Olmi: L'albero degli zoccoli. La vita di casa, a scuola, il lavoro da "sarta" addirittura a 10 anni, le scorribande con la bici di papà, gli amichetti... le fughe in bicicletta (anche all'ora di Messa!) Con i primi “guadagni” del ricamo (75£) si compera, da Luigi Strada “inventore” che poi, nel 1915 diventerà suo marito, una bicicletta usata da 16 kili: tutta sua. Con Jacopo (figlio del panettiere) sbarca a Bologna alla Montagnola, dove conosce Carlo Massori: “corridore” professionale e e… fa bella figura. E’ “arruolata” nel club da Antonio Pezzoli: allenatore e direttore di gara Giovanni Meazzo, meccanico di biciclette, le trova anche un provvidenziale lavoro da sarta a Bologna. La vicenda si snoda tra alti e bassi, in cui l’Autore si sbizzarrisce in descrizioni poetiche e intriganti che coinvolge il lettore in emozioni suggestive. Trovo nella descrizione, anche alcuni vocaboli “strani” come ad esempio a pagina 62: …al lavatoio …cullato dallo SCIABORDIO e dal profumo di sapone A pagina 63: …pedalando nel suo modo STORTAGNATO… e altri ancora… Quando pedalo io sono il vento…! ma questa è poesia ! L’ avventura dell’Alfonsina arriva lontano: al Valentino di Torino vince la corsa femminile. Addirittura in Russia, a soli diciannove anni, a San Pietroburgo riceve la medaglia dalle mani dello Zar Nicola. Commovente la lettera di Fonsina alla sorella Emma che Tommaso Percivalle ci propone a pagina 140. Anche alcuni originali articoli di giornale: “Gazzetta dello sport” “La bici sportiva” e “Guerin sportivo” illuminano l’Alfonsina di meritata gloria e grande saggezza. A pagina 161 si parte con il giro d’Italia 1924. Alzata alle tre e mezza di sabato 10 maggio per la prima tappa Milano-Genova 300 kilometri (!) di strada bianca. Alfonsina porta il numero 72. Ha “rotto” ma arriva… tra gli applausi stanchissima e felice. La seconda: Genova-Firenze: massacrante sfida di quasi 400 kilometri, con arrivo in centro accolta da un trionfo incredibile. Guadagna posizioni… Firenze-Roma: altri 285 kilometri con buon piazzamento e …sorpresa in locanda le arriva un gigantesco mazzo di rose e un “mancia” da un suo ammiratore: sua Maestà il Re Vittorio Emanuele terzo, ben 5000 lire (mai immaginate prima..) Dopo oltre tremila kilometri di pedali l’Alfonsina arriva al sognato traguardo di Milano da dove venti giorni prima partì con tanto entusiasmo e volontà. Partì con il vestito dell’avventura e arriva avvolta nella leggenda. L’Autore, ci coinvolge e trascina dentro il racconto in maniera totale, da renderci partecipi e quasi coprotagonisti nella vicenda. Alfonsina Morini-Strada è realmente esistita negli anni più secchi della fame e della miseria. La sua gioventù al cavallo del diciannovesimo secolo è stata torturata dalla situazione mezzadrile della sua famiglia (suo padre la voleva maschio), la grande guerra, la situazione politica del fascismo… poi, la famosa crisi del ’29… tempi difficili.! Non lasciamo nel dimenticatoio queste pagine della nostra storia: sempre ci insegnano l’importanza dei veri Valori da apprezzare ogni giorno. Non è un libro “fuori tempo” consiglio la lettura a tutti: sia ai giovani rampanti che ai “giovani stagionati”.

  • Inserito il 15-01-2019 per il libro La valigia di Adou

    Originale lo stile dell'Autore adottato per rendere ancora più intrigante questo racconto. Il primo capitolo è proposto dal bambino "abbronzato", il secondo dal "bianco"... i capitoli dispari sono dedicati ad Adou, e i capitoli pari ad Oreste. E' un'avventura parallela. I due giovani protagonisti rimangono anonimi fino al loro emozionante incontro descritto a pagina 37. Je m'appelle Adou.! e l'altro segnandosi il petto: Oreste.!... qui, senza conoscersi, si innamorano a vicenda. Oreste preferisce l'amicizia dello sconosciuto bambino nero, alla piccola sorellina "smorfiosa" in arrivo. A questo punto, l'Autrice ci propone una pagina di sentimenti e situazioni veramente sincere che solo l'innocenza dei nostri Protagonisti sanno esprimere nei colori più limpidi e brillanti Perfino l’esperienza del “sequestro” del bambino nero da parte della polizia è descritta con stile soffice e delicato che non oscura il lavoro istituzionale e burocratico. La lunga attesa di Adou nel limbo di un centro di accoglienza per minori… e la nostalgia di Oreste, che da casa sogna di riincontrare l’Amico dell’altro mondo, ci è raccontata esaltando i sinceri sentimenti dei bambini. Qui la Zita Dazzi ci da il meglio di se, cattura tutta l’attenzione del lettore e se la tiene stretta fino alla fine del racconto. La nascita di Luigina, la capricciosa sorellina di Oreste, non riesce ad illuminare la scena di famiglia. (a pagina 83) Per Oreste tutta la preoccupazione è per il suo Amico E’ un continuo turbinio di situazioni dense di emozioni: a pagina 98 la notizia sul giornale del ritrovamento… l’incontro di Adou con la amata zia… e a pagina 128 il sogno si avvera con l’incontro di Oreste ed Adou… lacrime di gioia.! Il capitolo 29 è scritto dalla “capricciosa” Luigina che a 6 anni si diverte, fuori campo, tra fantasie curiose e fantasmi divertenti… Migliore conclusione non si poteva lasciare… con l’ultima frase: Siamo diventati fratelli per caso, saremo AMICI per sempre. Nella “Nota dell’Autrice” la Zita ci svela che questo racconto ha radici vere. Infatti nel maggio 2015 la polizia spagnola, alla frontiera di Ceuta, scopre in un trolley un piccolo bambino nero di nome Adou… Il tutto è ben scritto, ben leggibile, coinvolgente e… insegnante. E’ proposto come lettura dedicata agli adolescenti, ma dovrebbe essere letto e “imparato” soprattutto dagli adulti che si credono tali.

  • Inserito il 15-01-2019 per il libro Cento passi per volare

    Da poco sono "pensionato" e vivo ad Ala. Per riempire il mio tempo libero disponibile, mi sono iscritto con curiosità all'affollato corso per "studenti" dell' Università dei "vecioti" che si svolge ad Ala. Al primo "incontro-lezione" ci è stato proposto, dalla biblioteca di Ala, un'avventura letteraria da condividere con i giovani di quinta elementare e di prima media: il "Scegli Libro" E' una proposta interessante quanto intrigante: il confronto sui banchi di scuola tra due così distanti mondi: i dodicenni e gli ....anta anta...(!) Ho aderito all'offerta impegnandomi a leggere con attenzione e commentare la cinquina di libri di narrativa per tutte le età. Il primo libro che mi ha interessato è il “Cento passi per volare” di Giuseppe Festa. L’ho portato a casa e, curioso, mi son dedicato allo svolgimento del compito. In due giorni, a rate, l’ho divorato tutto fino alla pagina 119 e, sul più bello, mi sono accorto di averlo finito. E’ la storia di Lucio, un ragazzo cieco, che con la zia Beatrice, dagli Appennini va scoprire le Alpi: in Trentino. Zia e nipote sono Ospiti del “Cento passi”; un rifugio di alta montagna gestito da Ettore e dalla giovane nipote Chiara. Tiziano fa la guida alpina e accompagna in sicurezza gli ospiti sui sentieri che ben conosce… Mistral e Levante sono due aquile reali che hanno il nido su uno sperone inaccessibile con un prezioso tesoro nel nido: un cucciolo di nome Zeffiro… L’Autore sa ben gestire la penna. Con una descrizione impeccabile illumina gli attori della trama con una capacità coinvolgente, tanto che il lettore non se ne accorge di trovarsi all’interno della scena. A pagina 15 Lucio incontra Zeffiro… la descrizione di questo momento emozionante: il ragazzo cieco vede con l’orecchio Mistral arrivare al nido con una lepre per nutrire il cucciolo nel nido… è un momento magico! Capitolo terzo, a pagina 27: “Il sole salutò la valle e si coricò oltre le vette occidentali”…. questa è vera Poesia.! A pagina 50/51: Chiara e Lucio si scoprono Amici. E’ una scenetta da non perdere. Lucio, andicappato dalla cecità, sorprende e affascina la “ruvida e introversa” Chiara… che si scioglie in un rapporto di simpatia e cordiale comprensione. In queste due pagine l’Autore ci mostra, con poche e ben pesate parole, una delicata situazione che cattura l’attenzione del lettore, lo trascina all’interno della scena e lo rende partecipe “attore fuori campo”. Alla pagina 66: Giuseppe Festa ci descrive l’arrivo di Lucio al “Picco del Diavolo”: un pianoro panoramico “a picco” sulla profonda vallata…. l’aria fresca gli entrò prepotente nelle narici e gli invase i polmoni con un’assordante senso di immensità. Socchiuse le labbra e inalò un sorso d’aria, lasciando che la grandiosità entrasse anche dalla porta principale. …dai sublimi spazi sconfinati, un solletico improvviso lo ricondusse al grazioso prato su cui si trovavano: gli steli d’erba, infatti, agitati da una brezza birichina, gli stavano accarezzando i polpacci nudi… Questa è una fotografia a colori sgargianti che solo Lucio può assaporare ad occhi chiusi.! Tutta la quota “negativa” della vicenda è dei bracconieri Peccio e Gracco. Riescono a rapire Zeffiro. Lucio poi, con la sua incredibile prestazione, collabora alla liberazione dell’aquilotto… A pagina 68… ho dovuto asciugarmi gli occhi…(!) La narrazione, in più occasioni, si intreccia con la suggestione mitica dei sogni: a pagina 110/112 Lucio riesce a VOLARE guidato da Zeffiro… Il racconto finisce lasciando il lettore in un sogno: …anche i ghiri possono volare ! Anch’io amo la montagna, quando cammino sui sentieri, tra i mughi, provo con piacere le emozioni dell’aria fina, i colori, i profumi, il silenzio dell’infinito. Onorato di condividere con i giovani quest’esperienza “letteraria”: per me è una crescita ed un arricchimento culturale. Spero che anche i “giovani” siano presi dalla curiosità e trovino nella facile lettura di questo libro, positivo interesse ed insegnamento. La vita è una scuola.!