PATTINATOREVELOCE

Commenti di PATTINATOREVELOCE:

  • Inserito il 17-03-2024 per il libro Un pinguino a Trieste

    (commento di voto) Questo libro mi è piaciuto perché racconta una storia emozionante. Alcune parti mi hanno fatto commuovere, perché Nicolò è un ragazzino, come me, e deve affrontare sfide grandi ed è senza papà. Mi ha colpito l’immagine del pinguino giocattolo, unico ricordo del papà: “Un pinguino di legno che mi aveva intagliato lui con le sue mani. Era bianco e nero, con la pancia tutta liscia a forza di carezze, perché da piccolo avevo l’abitudine di passarci e ripassarci sopra il pollice per addormentarmi (p. 17)”. Il bambino che guarda il pinguino cercando in questo oggetto la figura affettuosa del suo papà mi fa venir da piangere, penso sia un dolore intenso, che spacca tutto dentro al cuore. In questo libro ci sono delle immagini che secondo me hanno un significato metaforico. La prima è quella della nave che assomiglia a un ferro da stiro che solca le onde: “Agli occhi di chi restava a terra, la nave che avanzava sul mare, doveva sembrare un grande ferro da stiro che solcava le onde stropicciate dal vento (p. 67-68)”: ho interpretato questo passaggio come se il “ferro da stiro” lisciasse le emozioni del protagonista, trasformando il “mare mosso” (inquietudine) in un “mare piatto” (serenità). Anche l’alba a mio parere può essere una metafora che racconta le emozioni di Nicolò: “Da lassù l’alba era un incendio all’orizzonte. C’era una pace luminosa, nel silenzio del ponte ancora vuoto…” (p. 74). Questa breve frase mi ha trasportato dentro alla storia, come se io fossi lì, a sentire quel silenzio, a vedere quella luce intensa e a percepire quel vuoto. Infine l’immagine della pietra che affonda descrive secondo me la paura di Nicolò di non trovare il padre e di aver perso per sempre l’opportunità di conoscerlo, quando un uomo gli fa perdere le speranze: “Mi sentivo come una pietra che cade in acqua. Le parole di quell’uomo mi facevano affondare, con una pesantezza che non era del mio corpo” (p. 102). Quando però lo stesso uomo fa capire che ci sono ancora speranze, la pietra diventa leggera: “La pietra ha bruscamente smesso di precipitare verso il basso, come se fosse trattenuta da una fune legata da qualche parte. Una fune sottile.” (p. 103). È stato bello leggere questa storia, mi sono coinvolto ed emozionato, la consiglio!

  • Inserito il 24-02-2024 per il libro Mille briciole di luce

    Ciao Silvia, ho votato il tuo libro e ho dato 5 stelle. Mi è piaciuto molto!

  • Inserito il 24-02-2024 per il libro Mille briciole di luce

    (commento di voto) Questo libro mi è piaciuto molto. La storia è intervallata da poesie che vengono intitolate “Il coro delle ginnaste” e anticipano il racconto delle pagine successive. Io le ho trovate un po’ difficili, ma condividendo la lettura con la mia famiglia, sono riuscito a comprendere il significato dei versi. Leggendo la storia mi si sono smosse tante emozioni anche per i temi che vengono trattati. Il tema che è apparso più velocemente alla mia mente è quella dell’amicizia. Mi ha tranquillizzato il fatto che Danni avesse degli amici che gli stavano vicini. Infatti, Ambra, Radu, Rosa…volevano il bene del protagonista. Secondo me Danni ha scelto la ritmica per tenere vivo il ricordo della sua mamma, visto che anche a lei piaceva danzare. Tenendo vive le passioni di chi viene a mancare possiamo “combattere” la nostalgia e sentire la vicinanza di chi non c’è più. Mi è piaciuto molto il finale della storia. Sia Danni, sia Lavinia, la ragazzina benzinaia, dopo aver messo da parte le loro passioni (la danza e il calcio) per il condizionamento e per il giudizio degli altri, riprendono in mano i loro sport e tornano a praticarli. È un finale che racconta che i sogni di noi ragazzi sono importanti e mi sembra un invito a inseguire i propri desideri anche quando incontriamo qualche difficoltà. Ho trovato molto originale la copertina, e ho notato che non la si può comprendere senza aver completato lettura. Osservandola mi sono accorto di due cose. Innanzitutto, secondo me, i puntini d’oro “mille briciole di luce” rappresentano i palloncini che Danni, dal pulmino, lascia volare verso Lavinia. Inoltre, ho notato che il titolo viene dipinto con il nastro da ritmica che, avvolgendosi, forma le parole. Per Danni la passione per la danza e per la ginnastica non finirà mai.

  • Inserito il 20-02-2024 per il libro La prova dei cinque petali

    Ciao, ho espresso la mia votazione, il libro non mi è piaciuto molto. Grazie comunque per averlo scritto, è stata una possibilità in più per conoscere un genere diverso.

  • Inserito il 20-02-2024 per il libro La prova dei cinque petali

    (commento di voto) Questo libro non mi è piaciuto. Per prima cosa ho trovato la storia noiosa e pesante. Non sono riuscito a immergermi nel racconto e a emozionarmi. Questo è un peccato, perché i temi trattati non sono banali (le tradizioni e le usanze che possono diventare una prigione; l’importanza di seguire i propri sogni), però non vengono presentati in modo accattivante. Inoltre il ritmo narrativo è troppo veloce e non lascia il tempo di pensare. Infine, secondo me, le immagini sono troppo geometriche e ripetitive, anche nei colori, che trasmettono inquietudine.

  • Inserito il 08-02-2024 per il libro Scambio scuola

    (commento di voto) Questo libro mi è piaciuto molto, perché racconta una storia leggera, piacevole e accattivante. Il racconto è di facile lettura, ricco di descrizioni e affronta temi importanti, vicini alla quotidianità dei ragazzi della mia età. La storia di Gil e Rocki, infatti, parla di amicizia, di differenze sociali, economiche e culturali e delle sfide legate alla crescita: i due protagonisti riescono a superare gli ostacoli legati alla loro diversità e costruiscono un legame forte e complice. Questa storia mi ha fatto riflettere sul fatto che a volte qualcuno vive delle ingiustizie: secondo me anche chi ha meno possibilità economiche dovrebbe poter realizzare i propri talenti e costruirsi un bel futuro. Inoltre, ho pensato che ogni bambino dovrebbe essere ascoltato e sentirsi libero di seguire i propri interessi: Gil era costretto a suonare il violino perché questo era il volere dei suoi genitori, ma a lui non piaceva. Gli adulti devono fare attenzione a come si pongono di fronte a noi ragazzi, per aiutarci a seguire le nostre passioni. A mio parere questo libro contiene alcune metafore, che ora descrivo. La prima è la nebbia, che secondo me è un’immagine per parlare della confusione che Gil aveva nella mente: “Ma gli restò dentro un vago senso di incertezza: la tartaruga, il vagabondo, gli adulti, i suoi compagni… perfino Rocki: come facevano a sapere come comportarsi? […] Non avevo mai visto la nebbia […] La nebbia mi piace. Spegne i rumori.” Anche il nido e i gabbiani, dal mio punto di vista, sono un simbolo per approfondire il tema della libertà e del bisogno di avere una casa: “Dopotutto, i gabbiani hanno un nido dove tornare… Dove sarebbe andato invece il vagabondo?”. Gil è preoccupato per il senzatetto, e la rassicurazione di Rocki non lo tranquillizza. Secondo Gil, serve un posto dove poter far ritorno. La tempesta, poi, mi ha fatto pensare alla paura dei due protagonisti e alle loro emozioni. Il finimondo scoppia infatti proprio quando i ragazzi stanno per essere scoperti. Infine, il fiume e i pesci mi hanno ricordato la crescita: “Perché le cose devono sempre cambiare? Anche il fiume è cambiato. Il pescatore dice che i pesci non sono più quelli di una volta.”. Anche noi ragazzi siamo come un fiume che scorre e cambia, mantenendo sempre la stessa direzione.

  • Inserito il 31-12-2023 per il libro Come un seme di mela

    Ciao Chiara, questo libro mi è piaciuto molto e mi ha fatto imparare anche nuovi vocaboli. Grazie per averlo scritto! Ho condiviso con la mia famiglia questa lettura e sono nate delle belle riflessioni.

  • Inserito il 31-12-2023 per il libro Come un seme di mela

    (commento di voto) Questo libro mi è piaciuto molto perché affronta temi profondi in modo piacevole, leggero e divertente. Mi ha colpito molto il coraggio della protagonista, che di fronte alle difficoltà che incontra reagisce con tenacia e riesce poi a prendere in mano la sua vita: quando decide di parlare con l’assistente sociale per esprimere il suo parere, dimostra di essere forte e si ribella al fatto che siano sempre gli adulti a decidere per lei. Ho trovato molto profonda e delicata l’immagine metaforica della mela e del seme che l’autrice ha utilizzato per raccontare e descrivere le emozioni e il vissuto di Tea. Il seme rappresenta la fragilità della ragazzina, che si sente invisibile nella casa-famiglia (“Lì mi sentivo una tra i tanti. Mai speciale per nessuno. Ero come un seme nascosto dentro una mela. Mai davvero vista.”). La zia adottiva diventa la mela capace di proteggere (“Tea, sempre guardando le loro figure allo specchio, prese una mano della zia e la strinse forte. Una mela e il suo piccolo seme”). Accompagnata dall’amorevolezza di questa donna, Tea prende fiducia in sé stessa e riesce a “fiorire”: il profumo dei capelli e il bacio finale con Oliver riprendono attraverso l’olfatto l’immagine della mela, come a dire che quel piccolo seme è cresciuto e si è fatto capace di aprirsi al mondo. Mi è piaciuta anche la parte della storia in cui zia Tessa parla di “una moltiplicazione moltiplicata di gioia”: è vero che quando si condivide la gioia con gli altri questo sentimento diventa più grande. Infine trovo molto bella e particolare la copertina, che si riesce a comprendere solo dopo aver ultimato la lettura del libro. La prima e la quarta di copertina raccontano due storie e poi, aprendo il libro, ne formano una terza. Davanti, infatti, vediamo Tea che guarda la mela e il seme contenuto al suo interno. Sembra quasi che lei stia guardando la sua vita. In casa famiglia Tea si sentiva come un seme di mela invisibile, poi l’affetto della zia la fa sentire protetta e, infine, come mostra la copertina, quel seme diventa visibile e aperto al mondo. La quarta di copertina mostra invece una montagna, e i diversi personaggi della storia che la percorrono in salita. Quando però apriamo il libro la montagna diventa parte della capigliatura di Tea, e allora ho pensato che Tea ha fatto crescere anche tutte le persone che ha incontrato, tutti insieme “hanno camminato verso l’alto”.